mercoledì 27 febbraio 2013
Corso amatoriale di Shiatsu
martedì 26 febbraio 2013
Stage di Aiki shin taiso
Aiki Shin Taiso
Domenica 10 Marzo 2013, in via Misurina 1 a Mestrino (PD), presso la sede dell'associazione MANA, il Maestro di Aikido ( 5° dan) ed Aiki Shin Taiso Marco Favretti, terrà un seminario teorico pratico di Aiki Shin Taiso, dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 16:30.
E' necessario munirsi di un abito comodo o di un dogi per arti marziali.
Per i tesserati Mana, Uisp, CSI e Libertas, il costo sarà di 55 Euro, mentre per gli esterni sarà di 90 euro.
Info - segreteria: 380 239 8524 - ciaomana@gmail.com
Per iscrizioni potete contattarci od effettuare un bonifico a MANA A.S.D.
IBAN: IT91 U076 0112 1000 0101 1082 656
ED INVIARE UNA MAIL DI AVVENUTO PAGAMENTO A
ciaomana@gmail.com
E' necessario munirsi di un abito comodo o di un dogi per arti marziali.
Per iscrizioni potete contattarci od effettuare un bonifico a MANA A.S.D.
ED INVIARE UNA MAIL DI AVVENUTO PAGAMENTO A
ciaomana@gmail.com
LE ISCRIZIONI ED I PAGAMENTI DOVRANNO ESSERE EFFETTUATI ENTRO E NON OLTRE GIOVEDI' 7 MARZO 2013
venerdì 22 febbraio 2013
VINCERE IL DOLORE E RICOSTRUIRE LA STABILITÁ
- Per quali ragioni, fra le storie di noi istruttori, si possono riscontrare relazioni così travagliate e dolorose fra maestro ed allievo?
- Cosa avevamo bisogno di imparare?
- Che caratteristiche avevano le persone che si sono poste nei nostri confronti con il ruolo di Maestro, o di Insegnante?
- Sapevano entrare ed uscire con chiarezza dal loro ruolo, o il confine era talmente sbiadito da non consentirci di capire esattamente quando era il momento di relazionarsi col maestro, l’insegnante, e quando ci trovavamo invece di fronte all’uomo, all’amico?
- Cosa traevano questi siffatti maestri da questo labile confine, e cosa invece ne traevamo noi?
- Quanta confusione ha prodotto, dentro di noi, questa promiscuità di ruoli?
- Quanti sensi di colpa o di debito?
- Quanto ci siamo sentiti feriti e quanto ci siamo arrabbiati con noi stessi, quando ci siamo accorti che, dietro alla promiscuità e la confusione tra i ruoli di maestro, uomo, guerriero ed amico, c’era in realtà una persona irrisolta, risultante molto meno che un maestro, molto meno che un uomo, molto meno che un guerriero, ma cosa più dolorosa di tutte, molto meno che un amico?
- Abbiamo capito fino in fondo la lezione?
- Abbiamo realmente compreso con quali linguaggi possiamo scandire chiaramente, agli occhi dei nostri allievi, il momento in cui entriamo dentro ad un determinato ruolo, segnalando senza equivoci quale sia l’atteggiamento corretto che devono assumere, nel contesto, nei nostri confronti?
- Se la risposta è no, che cosa ricaviamo da questa promiscuità?
- Perché ce la concediamo?
- Cosa perpetriamo con essa?
Molti operatori della crescita personale, della riscoperta di sé, delle arti orientali, le marziali soprattutto, hanno una storia di formazione molto travagliata e dolorosa: i maestri sbroccano, le federazioni come le associazioni ed infine le persone stringono accordi, immaginano grandi evoluzioni, grandi crescite, ma poi litigano, tutto si sfalda, ognuno ritorna a pensare per sé e, svilito dalla frustrazione delle collaborazioni, si permette d’interpretare alla “para su che tonesa” arti che hanno una tradizione millenaria. Gli allievi si ritrovano con tutte le problematiche che ci sono nei bambini cresciuti dentro famiglie conflittuali.
- Quanto può reggere una base ancorata su un terreno insicuro?
- Chi, fra gli uomini insicuri che si cimentano nell’insegnamento, si è mai chiesto se c’è un legame fra la loro insicurezza di fondo e l’atteggiamento confidenziale che mantengono con gli allievi durante le loro lezioni?
- Chi, fra gli insegnanti insicuri, si è mai chiesto se la loro necessità di avere un rapporto informale con i propri allievi, non sia un bisogno dettato dall’insicurezza, dalla mancanza di strumenti per fornire un linguaggio sufficientemente complesso da permettere agli studenti non solo di fare dei progressi in direzione dell’insegnante, ma anche di progredire senza perdere la loro direzione?
- Chi, fra gli insegnanti insicuri, si è mai chiesto se quella confidenza non sia il loro modo di esorcizzare l’insicurezza e di mettersi al sicuro?
- Chi ha il coraggio di addentrarsi in questa insicurezza, di starci dentro, e di cercare di cambiare i propri schemi per guarirla, facendo in primis un outing, di dichiararsi costi quel che costi, come insegnante insicuro?
Può diventare molto difficile farlo e riconoscere fino in fondo la propria sofferenza interna, quando ci si pone come guida per gli altri, in un mondo così competitivo dove l’immagine, la crosta, fa da biglietto da visita.
- …dov’è il corrispettivo di quella violenza, dentro di noi?
- Chi la sta esercitando?
- Chi ci abita?
- Chi o cosa ci ha condizionato?
- Vogliamo guarire la distruttività o vogliamo tenercela com’è?
- Vogliamo distruggere o vogliamo creare?
- Vogliamo crescere o continuare a scimmiottare i guerrieri dei films, aiutando altre persone ad illudersi?
Y: Paura di perderla tu hai!
A: Che centra questo?
Y: Con tutto centra. La paura è la via per il lato oscuro, la paura conduce alla rabbia, la rabbia all’ira, l’ira all’odio, e l’odio conduce alla sofferenza.
lunedì 18 febbraio 2013
FALLIMENTI MONUMENTALI
venerdì 15 febbraio 2013
Aikido, Paolo Salvadego Shihan, Lunedì 18 febbraio 2013, Mestrino PD
É con immensa gioia che ho appreso, dal Sensei Marco Favretti, che lunedì 18 febbraio 2013, dalle ore 19:30 alle ore 21:00, la lezione di Aikido sarà tenuta da Salvadego Paolo Shihan. É una bellissima sorpresa che giunge nel fine settimana, e non avrà il tempo materiale di arrivare a molte persone. É perciò un'occasione molto speciale per chi volesse incontrare l'aikido con la certezza di vederlo proposto da un alto livello di competenza, sia che si tratti di appassionati delle arti marziali, sia cultori di pratiche bioenergetiche, sia profani curiosi di conoscere.
Paolo Salvadego Shihan
Nato nel 1954, pratica l’aikido dal 1969 e dal 1985 segue gli insegnamenti del Maestro Andrè Cognard grazie al quale si avvicina alla figura di Kobayashi Hirokazu Soshu per il quale organizza alcuni stage a Venezia.
Nel settembre 1989, su indicazione dello stesso Maestro Kobayashi Hirokazu, crea l’Accademia di Aikido e Cultura Tradizionale Giapponese.
Nel 1998 riceve l’onore di essere tra i membri fondatori della Kokusai Aikido Kenshukai Kobayashi Hirokazu Ryu Ha.
Attualmente Nanadan (7° dan), Paolo Salvadego è in possesso del titolo di Shihan della Kokusai Aikido Kenshukai e del titolo di Kyoshi conferito dalla Dai Nippon Butokukai, dalla quale ha ricevuto l'incarico di organizzatore ufficiale, per l'Italia, della Kobayashi Hirokazu Ryu Ha.
Oltre che a dirigere l’Accademia di Aikido e Cultura Tradizionale Giapponese, Salvadego Paolo Shihan organizza stage di aikido e Aikishintaiso per il suo Maestro Andrè Cognard ed è stato chiamato a tenere stage di aikido in Italia ed altri Paesi europei ed extraeuropei.
Con l’autorizzazione del Maestro Andrè Cognard dirige stage e atelier di Aikishintaiso.
venerdì 8 febbraio 2013
messaggio al cuore dal mondo dell'arte.
mercoledì 6 febbraio 2013
La scarsità come condizionamento sociale
- Che cosa significa quando un individuo è in preda agli stimoli esterni?
- Come si diventa preda di uno stimolo esterno?
- Come fa uno stimolo esterno a diventare predatore? Cosa si mangia quel predatore?
- Chi o cosa è capace di concepire un predatore feroce al punto da rappresentare validamente la violenza, di chi sceglie di finire fra i suoi denti pur di non riconoscersi allo specchio?
- Chi riesce ad ipotizzare che essere preda sia una scelta inconscia, una strategia sottile, per darsi il permesso di negare l'esistenza dei propri denti aguzzi, artigli affilati, e desiderio di cannibalismo?
- Chi è capace di accorgersi che le prede nascondono certe realtà dentro sé, perché è esattamente là che esse stesse non andrebbero mai a cercare?
- Chi è capace di guardare a ciò che ormai è considerato come comportamento quotidiano, popolare, condiviso dalla società, come ad una delle più contorte perversioni che si siano mai viste sulla faccia del pianeta?
- Chi è capace di cominciare a vigilare su se stesso e continuare a farlo giorno dopo giorno, senza cedere ai quotidiani tentativi del circostante, di convincerci che in fondo “mal comune mezzo gaudio”, che siccome “così fan tutti”, che “dal momento che l'economia è legge”, sia maturo diventare parte integrante ed integrata di questa perversione?
- Chi è capace di rispondere quotidianamente a questa perversione istituita a legge, senza sviluppare delle nevrosi in grado di sabotare la genuinità del suo relazionarsi con il prossimo, e senza sviluppare delle ideologie o contrazioni dello spirito che lo spingono a semplificare i rapporti in due macrocategorie: o amico o nemico?
- dov’è il confine tra aiutante ed aiutato?
- Se quel confine c’è, chi o cosa lo traccia?
- A quale scopo?
- Quello scopo da cosa è legittimato?
- Se per essere PROFESSIONALI siamo costretti a delle negazioni, chi o cosa ci manipola?
- Di chi o cosa siamo schiavi?
- Se per fare i PROFESSIONISTI DELLA CRESCITA PERSONALE ci costringiamo a negazioni su noi stessi e sul nostro comportamento, chi o cosa ci spaventa al punto da farci fingere che non esista?